Dimora Conte Di Ruvo

Dalla Dimora conte di Ruvo, in pochi passi, si raggiunge Piazza Bellini – polo intellettuale ed artistico della città, data la sua vicinanza alle Mura Greche, all’Accademia delle Belle Arti, al Conservatorio di San Pietro a Majella e al Museo archeologico Nazionale di Napoli. Altrettanto vicina e’ Piazza Dante – snodo metropolitano della Linea 1 a soli 2,5 minuti a piedi – e Port’Alba – l’antica porta attraverso la quale cittadini e turisti accedono all’omonima via, nota soprattutto per le numerose librerie.

Con una passeggiata di soli cinque minuti si può ammirare, incantati, il marmoreo velo adagiato sul corpo del Cristo, e gli esperimenti dell’alchimista, inventore e letterato Raimondo di Sangro, principe di Sansevero, all’interno della cappella che ne omaggia il nome; le intime profondità di Napoli Sotterranea si trovano, invece, a soli settecento metri dalla Dimora conte di Ruvo.

Spaccanapoli, che il poeta Stanislao Nievo definì “il cuore di questa babele della storia”, con piazza San Domenico Maggiore e piazza del Gesù Nuovo, è tra le più antiche arterie della città; a soli dieci minuti dall’albergo vi aspettano i vicoli di San Gregorio Armeno, con la sua leggendaria tradizione di pastori e di presepi dipinti a mano, la cui arte senza tempo è ormai conosciuta in tutto il mondo. Autobus e linee metropolitane coprono agevolmente le distanze necessarie a raggiungere anche i punti piu’ lontani, come il lungomare, Piazza Municipio col Maschio Angioino, Posillipo e San Martino.

L’affittacamere Dimora conte di Ruvo offre inoltre, ai suoi ospiti, la possibilità di parcheggiare l’auto, previa prenotazione, in un garage posto nelle vicinanze

Un po’ di Storia

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conte di Ruvo, era figlio di Riccardo Carafa, duca di Andria, e Margherita Pignatelli di Monteleone, dama di corte dell’allora regina di Napoli Maria Carolina d’Asburgo-Lorena.

Il conte ricevette un’educazione di chiara ispirazione aristocratica ma, noncurante del dissenso dei genitori, si recò a Parigi, nel periodo che precedette la Rivoluzione, ove si lasciò sedurre dai princìpi illuminati di fratellanza ed uguaglianza, consolidando la severa avversione alla tirannia borbonica che già ne animava le intenzioni. Tornato a Napoli, fu incaricato di guidare l’assedio di Andria, sua terra d’origine, con l’obiettivo di annetterla alla Repubblica Partenopea. L’esercito della Santa Sede, ripristinando il potere borbonico, si mobilitò affinché venissero puniti tutti i patrioti repubblicani: il conte di Ruvo fu ghigliottinato a Napoli il 4 Settembre 1799.